giovedì 23 gennaio 2020

Il lessico parlamentare di Giorgio Almirante

Giorgio Almirante (Salsomaggiore 1914 - Roma 1988) fu uno dei più longevi frequentatori dell'Aula di Montecitorio. Deputato dalla I alla X legislatura, eletto tra le fila  del Movimento Sociale Italiano che contribuì a fondare nel 1946, fu un eccellente oratore e un polemista politico di prima grandezza. La sua rilevanza per gli studi sul linguaggio politico della I Repubblica è testimoniata da un imponente corpus di discorsi pronunciati nell'Aula della Camera dei deputati, di cui una selezione è stata pubblicata in cinque volumi  per un totale di 4.162 pagine [1], caso unico tra le pubblicazioni che la Camera ha dedicato ad alcune delle figure principali del '900, paragonabile solo alle 3.102 pagine dei discorsi di Giuseppe Di Vittorio. Nel corpus LP4 Almirante è presente con 162 interventi per un totale di 969.079 occorrenze e 35.828 parole distinte. Michele Cortelazzo, uno dei maggiori studiosi del linguaggio politico, esprime il suo rammarico per la "disattenzione" con cui Almirante è stato trattato nel corso degli anni:
Nel campo degli studi sulla lingua politica, su di lui è caduta una sorta di damnatio memoriae, cioè una cancellazione della memoria collettiva, un'estensione al campo degli studi di quella conventio ad excludendum («tacita intesa tra parti politiche per escludere sistematicamente una forza politica da alleanze o altre forme di collaborazione»), in base alla quale il Movimento Sociale è stato escluso da ogni dialogo con le altre forze politiche, a causa del suo essere la continuazione del partito fascista [2].
Giorgio Almirante fu un politico controverso, molto amato dai suoi sostenitori e leader indiscusso del suo partito, anche nel periodo, dal 1950 al 1969, in cui non fu segretario del Movimento sociale, sostituito da Augusto De Marsanich, prima, e da Arturo Michelini, dopo. I suoi avversari definirono il suo stile politico come "politica del doppiopetto", una locuzione che il Vocabolario Treccani definisce come "atteggiamento falsamente democratico o perbenistico, che maschera tendenze anticostituzionali, eversive, rivoluzionarie o, al contrario, reazionarie". La sua fu sempre una opposizione dura, caratterizzata anche da battaglie ostruzionistiche come quelle contro l'attuazione dell'ordinamento regionale, contro la legge Scelba sul divieto di ricostituzione del Partito fascista, contro la nazionalizzazione dell'energia elettrica e contro la riforma della scuola media. Con Pietro Nenni e Palmiro Togliatti si oppose strenuamente alla riforma elettorale maggioritaria di De Gasperi (la cosiddetta "legge truffa"). Molto significativa fu anche la sua difesa dell'italianità di Trieste e dell'Alto Adige. Negli anni '70 subì diversi processi, tra i quali ricordiamo quello per la ricostituzione del disciolto Partito fascista, che non fu mai portato a termine, e per favoreggiamento personale nei confronti del presunto responsabile della strage di Peteano, amnistiato prima dell'inizio del dibattimento [3].

Oratore di fama, come si è detto, e grande polemista politico. Ai suoi discorsi si adatta perfettamente la macrocategoria del "discorso politico polemico" individuata da Paola Desideri [4] e così riassunta da Maria Vittoria Dell'Anna:
I discorsi politici polemici sono finalizzati a condurre l'uditorio verso le argomentazioni espresse dal soggetto enunciante e consistono in dichiarazioni che hanno un alto grado di allusivi e che sono dirette a manipolare la parola del soggetto politico avversario attraverso espedienti testuali di vario tipo, come la replica, l'obiezione, la negazione, la ripetizione [5]. 
Queste caratteristiche appaiono con chiarezza nella individuazione del lessico sovra-utilizzato (test della ipergeometrica), cioè delle parole e dei costrutti lessicali utilizzati in misura superiore rispetto agli altri leader rappresentanti nel corpus nel suo complesso. Nella tabella 1 sono elencate tutte le forme grafiche con almeno 10 occorrenze e probabilità inferiore a 1 su 1000 di essere state scelte come evento casuale. Dall'elenco sono state escluse le parole grammaticali o funzionali (quelle che convenzionalmente vengono anche dette “parole vuote”), i numeri e le date.

Tab. 1 - Vocabolario delle forme specifiche sovra-utilizzate nel corpus di Giorgio Almirante.

La forma della "negazione" è subito evidente: non è la parola più sovra-utilizzata (18.205 occorrenze); ma sono altrettanto rilevanti le forme dubitative ma (5.898) e se (4.922). Tipici dell'oratoria polemica sono anche l'uso della forma pronominale della prima persona singolare io (2.538 occorrenze) e della seconda personale plurale voi (1.934), dei corrispondenti atoni mi (3.171) e vi (2.367), come pure degli aggettivi e pronomi possessivi riclassificati nei lemmi <mio> (1.049) e    <vostro>(1.068) o di forme enfatiche come prego (74) e ahimè (41).

Sono indicative del linguaggio polemico anche alcune delle forme specifiche più rilevanti selezionate dal vocabolario completo della tabella 1 tra le prime 50 di ciascuna categoria grammaticale (le forme con categoria ambigua J sono state riclassificate tramite le concordanze). Le forme sono ordinate secondo il rango.

Nomi
Verbi
Aggettivi
presidente del Consiglio
legge
signor
maggioranza
Democrazia Cristiana
confronti
ministro
partito comunista

discorso
tesi
Costituzione
colleghi
punto di vista
Commissione
centrosinistra
partito socialista
sinistra
accordo
Aula
Camera
comunisti
ordine
occasione
stampa
destra
Alto Adige
norma
relazione
Nenni
motivi
formula
opinione pubblica
Moro
socialisti
atteggiamento
Sudtiroler Volkspartei
posizioni
ministro dell'Interno
Senato
italiani
voti
dichiarazioni
giornali
Austria
regioni
regime
Movimento Sociale Italiano

dire
credo
penso
sembra
parlare
voglio
potrebbe
parla
debbo
ripeto
dicevo
poteva
posso
significa
volete
sapere
prendere
ha parlato
rispondere
rilevare
chiedere
sapete
pensare
potete
dicendo
sostenere
ritiene
chiedo
ritenere
cito
diceva
disse
è accaduto
desidero
riferisco
parlo
dovesse
tentare
potrei
spero
dichiarare
rappresentare
dirò
onorevole
politico
italiano
italiana
mio
costituzionale
politici
vostra
mia
comunista
vostro
precedente
italiani
alcun
morale
precedenti
costituzionali
socialista
serio
elettorale
regionale
certa
vostri
personale
ufficiale
vostre
governativa
fascista
responsabile
giuridico
larga
recente
proporzionale
pesante
determinata
democristiano
legislativa
determinato
elettorali
austriaco
austriaca



Tra i nomi il più frequente chiamato in causa è il presidente del Consiglio dei ministri; seguono i riferimenti alla maggioranza, alla Democrazia Cristiana e all'altro principale partito della coalizione di centrosinistra, il partito socialista. Tra i nomi propri spiccano quelli di Nenni e di Moro. Il partito comunista, i comunisti e la sinistra sono gli avversari di sempre. Poi vi sono i riferimenti all'opinione pubblica, alla stampa e ai giornali (spesso avversi). Sono presenti soprattutto forme che rimandano all'argomentazione politica : colleghi,  discorso,  accordo,  occasione,  relazione,  formula (di governo),  posizioni,  dichiarazioni. Tra i riferimenti dotati di contenuto in questa categoria delle forme specifiche più frequenti troviamo le due battaglie politiche più importanti della carriera di Giorgio Almirante: la difesa dell'italianità dell'Alto Adige e l'opposizione alla introduzione delle regioni nell'ordinamento dello Stato.

I verbi sono coerenti con il tono polemico e sono spesso nella prima persona singolare :  credo,  penso, voglio,  debbo,  ripeto,  dicevo,  posso ; oppure nella seconda persona plurale :  volete,  sapete,  potete. Lo stesso si può dire degli aggettivi, tra i quali figurano gli aggettivi possessivi :  miomia, vostra, vostro, vostri, vostre.

Tra le espressioni specifiche (estraibili dalla Tabella 1 selezionando N nella categoria grammaticale), che per la loro complessità sono più dense di significato e quindi collocabili nel contesto generale, troviamo alcune delle forme che rappresentano meglio il forte tono "aggressivo" o "difensivo", secondo i casi, del linguaggio di una opposizione parlamentare.



estrema sinistra
campagna elettorale
ordine pubblico
ordine del giorno
lingua italiana
inchiesta parlamentare
partito fascista
parte politica

governo austriaco
classe dirigente
corpo elettorale
guerra civile
arco costituzionale
quadro politico
compromesso storico
paese reale
autorizzazione a procedere
responsabilità politiche
colpo di stato
stato d'animo
paese legale 
pena di morte
popolo sovrano
opposti estremismi
ferri vecchi
partito armato


Tra le più significative in ordine di occorrenza troviamo alcuni termini tipici del lessico d'Aula : ordine del giorno,  inchiesta parlamentare,  autorizzazione a procedere ; il riferimento ai soggetti politici coinvolti :  estrema sinistra,  parte politica,  governo austriaco,  corpo elettorale,  popolo sovrano ; l'individuazione di due formule politiche caratterizzanti del centrosinistra alla fine degli anni Sessanta e nei primi anni Settanta: l'arco costituzionale che teneva il Movimento Sociale al di fuori dei normali spazi di mediazione politica, e il compromesso storico che apriva la strada, almeno potenzialmente, alla acquisizione del Partito Comunista nell'area di governo.

Nella oratoria di Giorgio Almirante un ruolo di rilievo è svolto da alcune figure retoriche semplici ma sempre efficaci per coinvolgere i sostenitori e indispettire gli avversari, in particolare l'enfasi, l'ironia e il sarcasmo. Questi tratti sono ben evidenziati da alcune espressioni esclusive selezionate dalla Tabella 2.

Tab 2 - Espressioni esclusive di Giorgio Almirante.

Qui ritroviamo il confronto antagonista tra il soggetto enunciante (iomemi) e gli avversari di altra parte politica (voi, vivostra), l'ostentazione di gentilezza insistita,  le esclamazioni; vi sono i riferimenti all'ostracismo contro il Movimento to Sociale Italiano e alla faziosità di tanta parte della stampa, le metafore forti e il lessico colorito come rigurgiti di cloacada quale pulpitoromanzo giallo; la costruzione dell'immagine negativa degli avversari, come l'incantatore di serpenti (riferito a Alcide De Gasperi); la rievocazione dei momenti più significativi di quella che fu chiamata "La notte della Repubblica", dalla trasmissione televisiva di Sergio Zavoli.



contro di me
io lo credo
io mi onoro
me ne meraviglio
me ne onoro
me ne vergogno
mi vergognerei
mi sarà facile
mi sarebbe molto facile
mi si insegna
mi stupisco un poco


non vi vergognate
vi offendete
vi permettete
vi riempite la bocca
vostra democrazia
prendete in giro
voi sgovernate
volete pigliare in giro
volete prendere in giro

come ella mi insegna
cortese interruzione
ella ha avuto la bontà di dire
io mi sono permesso
me ne duole
mi permetterò di parlare
mi permetterò di ricordare
mi permetterò di tornare più avanti
mi permetto di definire
mi permetto di ricordarvi
mi permetto di ricordarle
mi permetto di far rilevare
mi si permetta di dirlo
non voglio essere indiscreto
umile sottoscritto
vorrei permettermi
Iddio non voglia
Iddio voglia
mio Dio
santa pace
voglia Iddio

apologia di fascismo
apologia di reato
autorizzazione a procedere 
contro il Movimento Sociale Italiano
fascismo vietato per legge
ricostituzione del disciolto partito fascista
ricostituito il partito fascista
riorganizzazione del partito fascista
sciogliere un partito politico
speculazione propagandistica

ambienti giornalistici
da larga parte della stampa
da tutta la stampa italiana
guerra delle parole
stampa comunista
taluni giornali
tanta parte della stampa 

barare al giuoco
faziosità antitaliana
finalità antidemocratiche
presunto colpo di stato
romanzo giallo
saluto romano
da quale pulpito

bara al giuoco
colpo alla nuca
incantatore di serpenti
onorata società
rigurgiti di cloaca
sporca manovra
squallida vicenda

compagni di strada
conflittualità permanente
cosiddetta destra
cosiddetta opposizione
crisi del regime
crisi senza crisi
linguaggio cifrato
madama esperienza
vestali della Costituzione

centrali sovversive
clima di guerra civile
corsi di sovversione
estrema sinistra extraparlamentare
giovani esaltati
soccorso rosso
sovversivi di sinistra
strategia del terrorismo
tipi spregiudicati
terroristi altoatesini
terroristi arabi
terroristi palestinesi




Tra le modalità  tipiche della retorica polemica e per molti versi anche del qualunquismo e del populismo, troviamo l'invenzione di neologismi per alterazione tramite diminutivi e spregiativi ( guerricciola,  insurrezioncella,  manifestazioncella,  professorucolo,  speranziella,  spiraglinovicenduola ), oppure per derivazione tramite suffissi che hanno come esito la nominalizzazione ( buridanesimo,  clericomarxismo,  impiccatorio,  montecitoriali,  pacificatorio,  sinistrososuperficialoidi,  apparatocrazia,  dissentocrazia,  entocrazia,  craxia ) oppure la creazione di forme verbali (morfinizzare,  particizzare,  qualunquizzato,  socialisteggiante) o forme avverbiali ( partitocraticamente,  correnticraticamente,  sacrosantamente,  montellianamente,  moroteisticamente,  fanfanianamente ) [6].

Va detto che questa lettura "lessicometrica" dei discorsi di Almirante rende conto solo in piccola parte delle vere e proprie strategie comunicative dei suoi discorsi, per le quali sarebbe necessaria una vera e propria analisi delle pratiche discorsive, delle tecniche persuasive messe in atto e quindi di come le parole sono utilizzate nello specifico contesto comunicativo (la pragmatica del linguaggio). Concludo segnalando alcuni termini sovra-utilizzati molto significativi che tuttavia non sono emersi da questa lettura perché meno frequenti o non esclusivi. Mi riferisco a parole come: poltrone (29 occorrenze), lottizzazione (26), ammucchiata (18). Lascio per ultima la fortunatissima partitocrazia (94), per il suo alto valore mediatico, che Giorgio Almirante condivide con Marco Pannella (con 54 occorrenze),  l'altro grande polemista della scena politica. Ritornerò più avanti su questa parola con una scheda dedicata, perché questo è un marcatore dell'anti-politica che transiterà nella Seconda Repubblica e sarà sovra-utilizzata anche da Umberto Bossi (38) e Gianfranco Fini (30).