Nel campo degli studi sulla lingua politica, su di lui è caduta una sorta di damnatio memoriae, cioè una cancellazione della memoria collettiva, un'estensione al campo degli studi di quella conventio ad excludendum («tacita intesa tra parti politiche per escludere sistematicamente una forza politica da alleanze o altre forme di collaborazione»), in base alla quale il Movimento Sociale è stato escluso da ogni dialogo con le altre forze politiche, a causa del suo essere la continuazione del partito fascista [2].Giorgio Almirante fu un politico controverso, molto amato dai suoi sostenitori e leader indiscusso del suo partito, anche nel periodo, dal 1950 al 1969, in cui non fu segretario del Movimento sociale, sostituito da Augusto De Marsanich, prima, e da Arturo Michelini, dopo. I suoi avversari definirono il suo stile politico come "politica del doppiopetto", una locuzione che il Vocabolario Treccani definisce come "atteggiamento falsamente democratico o perbenistico, che maschera tendenze anticostituzionali, eversive, rivoluzionarie o, al contrario, reazionarie". La sua fu sempre una opposizione dura, caratterizzata anche da battaglie ostruzionistiche come quelle contro l'attuazione dell'ordinamento regionale, contro la legge Scelba sul divieto di ricostituzione del Partito fascista, contro la nazionalizzazione dell'energia elettrica e contro la riforma della scuola media. Con Pietro Nenni e Palmiro Togliatti si oppose strenuamente alla riforma elettorale maggioritaria di De Gasperi (la cosiddetta "legge truffa"). Molto significativa fu anche la sua difesa dell'italianità di Trieste e dell'Alto Adige. Negli anni '70 subì diversi processi, tra i quali ricordiamo quello per la ricostituzione del disciolto Partito fascista, che non fu mai portato a termine, e per favoreggiamento personale nei confronti del presunto responsabile della strage di Peteano, amnistiato prima dell'inizio del dibattimento [3].
Oratore di fama, come si è detto, e grande polemista politico. Ai suoi discorsi si adatta perfettamente la macrocategoria del "discorso politico polemico" individuata da Paola Desideri [4] e così riassunta da Maria Vittoria Dell'Anna:
I discorsi politici polemici sono finalizzati a condurre l'uditorio verso le argomentazioni espresse dal soggetto enunciante e consistono in dichiarazioni che hanno un alto grado di allusivi e che sono dirette a manipolare la parola del soggetto politico avversario attraverso espedienti testuali di vario tipo, come la replica, l'obiezione, la negazione, la ripetizione [5].
Queste caratteristiche appaiono con chiarezza nella individuazione del lessico sovra-utilizzato (test della ipergeometrica), cioè delle parole e dei costrutti lessicali utilizzati in misura superiore rispetto agli altri leader rappresentanti nel corpus nel suo complesso. Nella tabella 1 sono elencate tutte le forme grafiche con almeno 10 occorrenze e probabilità inferiore a 1 su 1000 di essere state scelte come evento casuale. Dall'elenco sono state escluse le parole grammaticali o funzionali (quelle che convenzionalmente vengono anche dette “parole vuote”), i numeri e le date.
Tab. 1 - Vocabolario delle forme specifiche sovra-utilizzate nel corpus di Giorgio Almirante.
La forma della "negazione" è subito evidente: non è la parola più sovra-utilizzata (18.205 occorrenze); ma sono altrettanto rilevanti le forme dubitative ma (5.898) e se (4.922). Tipici dell'oratoria polemica sono anche l'uso della forma pronominale della prima persona singolare io (2.538 occorrenze) e della seconda personale plurale voi (1.934), dei corrispondenti atoni mi (3.171) e vi (2.367), come pure degli aggettivi e pronomi possessivi riclassificati nei lemmi <mio> (1.049) e <vostro>(1.068) o di forme enfatiche come prego (74) e ahimè (41).
Tab. 1 - Vocabolario delle forme specifiche sovra-utilizzate nel corpus di Giorgio Almirante.
La forma della "negazione" è subito evidente: non è la parola più sovra-utilizzata (18.205 occorrenze); ma sono altrettanto rilevanti le forme dubitative ma (5.898) e se (4.922). Tipici dell'oratoria polemica sono anche l'uso della forma pronominale della prima persona singolare io (2.538 occorrenze) e della seconda personale plurale voi (1.934), dei corrispondenti atoni mi (3.171) e vi (2.367), come pure degli aggettivi e pronomi possessivi riclassificati nei lemmi <mio>
Sono indicative del linguaggio polemico anche alcune delle forme specifiche più rilevanti selezionate dal vocabolario completo della tabella 1 tra le prime 50 di ciascuna categoria grammaticale (le forme con categoria ambigua J sono state riclassificate tramite le concordanze). Le forme sono ordinate secondo il rango.
Nomi
|
Verbi
|
Aggettivi
|
presidente del Consiglio
legge signor maggioranza Democrazia Cristiana confronti ministro partito comunista discorso tesi Costituzione colleghi punto di vista Commissione centrosinistra partito socialista sinistra accordo Aula Camera comunisti ordine occasione stampa destra Alto Adige norma relazione Nenni motivi formula opinione pubblica Moro socialisti atteggiamento Sudtiroler Volkspartei posizioni ministro dell'Interno Senato italiani voti dichiarazioni giornali Austria regioni regime Movimento Sociale Italiano |
dire
credo penso sembra parlare voglio potrebbe parla debbo ripeto dicevo poteva posso significa volete sapere prendere ha parlato rispondere rilevare chiedere sapete pensare potete dicendo sostenere ritiene chiedo ritenere cito diceva disse è accaduto desidero riferisco parlo dovesse tentare potrei spero dichiarare rappresentare dirò |
onorevole
politico italiano italiana mio costituzionale politici vostra mia comunista vostro precedente italiani alcun morale precedenti costituzionali socialista serio elettorale regionale certa vostri personale ufficiale vostre governativa fascista responsabile giuridico larga recente proporzionale pesante determinata democristiano legislativa determinato elettorali austriaco austriaca |
I verbi sono coerenti con il tono polemico e sono spesso nella prima persona singolare : credo, penso, voglio, debbo, ripeto, dicevo, posso ; oppure nella seconda persona plurale : volete, sapete, potete. Lo stesso si può dire degli aggettivi, tra i quali figurano gli aggettivi possessivi : mio, mia, vostra, vostro, vostri, vostre.
Tra le espressioni specifiche (estraibili dalla Tabella 1 selezionando N nella categoria grammaticale), che per la loro complessità sono più dense di significato e quindi collocabili nel contesto generale, troviamo alcune delle forme che rappresentano meglio il forte tono "aggressivo" o "difensivo", secondo i casi, del linguaggio di una opposizione parlamentare.
estrema sinistra
campagna elettorale ordine pubblico ordine del giorno lingua italiana inchiesta parlamentare partito fascista parte politica |
governo austriaco
classe dirigente corpo elettorale guerra civile arco costituzionale quadro politico compromesso storico paese reale autorizzazione a procedere |
responsabilità politiche
colpo di stato stato d'animo paese legale pena di morte popolo sovrano opposti estremismi ferri vecchi partito armato |
Tra le più significative in ordine di occorrenza troviamo alcuni termini tipici del lessico d'Aula : ordine del giorno, inchiesta parlamentare, autorizzazione a procedere ; il riferimento ai soggetti politici coinvolti : estrema sinistra, parte politica, governo austriaco, corpo elettorale, popolo sovrano ; l'individuazione di due formule politiche caratterizzanti del centrosinistra alla fine degli anni Sessanta e nei primi anni Settanta: l'arco costituzionale che teneva il Movimento Sociale al di fuori dei normali spazi di mediazione politica, e il compromesso storico che apriva la strada, almeno potenzialmente, alla acquisizione del Partito Comunista nell'area di governo.
Nella oratoria di Giorgio Almirante un ruolo di rilievo è svolto da alcune figure retoriche semplici ma sempre efficaci per coinvolgere i sostenitori e indispettire gli avversari, in particolare l'enfasi, l'ironia e il sarcasmo. Questi tratti sono ben evidenziati da alcune espressioni esclusive selezionate dalla Tabella 2.
Tab 2 - Espressioni esclusive di Giorgio Almirante.
Qui ritroviamo il confronto antagonista tra il soggetto enunciante (io, me, mi) e gli avversari di altra parte politica (voi, vi, vostra), l'ostentazione di gentilezza insistita, le esclamazioni; vi sono i riferimenti all'ostracismo contro il Movimento to Sociale Italiano e alla faziosità di tanta parte della stampa, le metafore forti e il lessico colorito come rigurgiti di cloaca, da quale pulpito, romanzo giallo; la costruzione dell'immagine negativa degli avversari, come l'incantatore di serpenti (riferito a Alcide De Gasperi); la rievocazione dei momenti più significativi di quella che fu chiamata "La notte della Repubblica", dalla trasmissione televisiva di Sergio Zavoli.
contro di me
io lo credo io mi onoro me ne meraviglio me ne onoro me ne vergogno mi vergognerei mi sarà facile mi sarebbe molto facile mi si insegna mi stupisco un poco
non vi vergognate
vi offendete
vi permettete
vi riempite la bocca
vostra democrazia
prendete in giro
voi sgovernate
volete pigliare in giro
volete prendere in giro
come ella mi insegna cortese interruzione ella ha avuto la bontà di dire io mi sono permesso me ne duole mi permetterò di parlare mi permetterò di ricordare mi permetterò di tornare più avanti mi permetto di definire mi permetto di ricordarvi mi permetto di ricordarle mi permetto di far rilevare mi si permetta di dirlo non voglio essere indiscreto umile sottoscritto vorrei permettermi |
Iddio non voglia
Iddio voglia
mio Dio
santa pace
voglia Iddio
apologia di fascismo
apologia di reato
autorizzazione a procedere
contro il Movimento Sociale Italiano
fascismo vietato per legge
ricostituzione del disciolto partito fascista
ricostituito il partito fascista
riorganizzazione del partito fascista
sciogliere un partito politico
speculazione propagandistica
ambienti giornalistici
da larga parte della stampa
da tutta la stampa italianaguerra delle parole
stampa comunista
taluni giornali
tanta parte della stampa barare al giuoco
faziosità antitaliana
finalità antidemocratiche
presunto colpo di stato
romanzo giallo
saluto romano da quale pulpito |
bara al giuoco
colpo alla nuca incantatore di serpenti
onorata società
rigurgiti di cloaca
squallida vicendasporca manovra compagni di strada
conflittualità permanente
cosiddetta destra
cosiddetta opposizione
crisi del regime
crisi senza crisi
linguaggio cifrato
madama esperienza
vestali della Costituzione
centrali sovversive clima di guerra civile
corsi di sovversione
estrema sinistra extraparlamentare
giovani esaltatisoccorso rosso sovversivi di sinistra
strategia del terrorismo
tipi spregiudicati
terroristi altoatesini
terroristi arabi
terroristi palestinesi
|
Tra le modalità tipiche della retorica polemica e per molti versi anche del qualunquismo e del populismo, troviamo l'invenzione di neologismi per alterazione tramite diminutivi e spregiativi ( guerricciola, insurrezioncella, manifestazioncella, professorucolo, speranziella, spiraglino, vicenduola ), oppure per derivazione tramite suffissi che hanno come esito la nominalizzazione ( buridanesimo, clericomarxismo, impiccatorio, montecitoriali, pacificatorio, sinistroso, superficialoidi, apparatocrazia, dissentocrazia, entocrazia, craxia ) oppure la creazione di forme verbali (morfinizzare, particizzare, qualunquizzato, socialisteggiante) o forme avverbiali ( partitocraticamente, correnticraticamente, sacrosantamente, montellianamente, moroteisticamente, fanfanianamente ) [6].
Va detto che questa lettura "lessicometrica" dei discorsi di Almirante rende conto solo in piccola parte delle vere e proprie strategie comunicative dei suoi discorsi, per le quali sarebbe necessaria una vera e propria analisi delle pratiche discorsive, delle tecniche persuasive messe in atto e quindi di come le parole sono utilizzate nello specifico contesto comunicativo (la pragmatica del linguaggio). Concludo segnalando alcuni termini sovra-utilizzati molto significativi che tuttavia non sono emersi da questa lettura perché meno frequenti o non esclusivi. Mi riferisco a parole come: poltrone (29 occorrenze), lottizzazione (26), ammucchiata (18). Lascio per ultima la fortunatissima partitocrazia (94), per il suo alto valore mediatico, che Giorgio Almirante condivide con Marco Pannella (con 54 occorrenze), l'altro grande polemista della scena politica. Ritornerò più avanti su questa parola con una scheda dedicata, perché questo è un marcatore dell'anti-politica che transiterà nella Seconda Repubblica e sarà sovra-utilizzata anche da Umberto Bossi (38) e Gianfranco Fini (30).