« Liberté, Égalité, Fraternité » è il motto associato alla Rivoluzione francese quindi dobbiamo trovare la forma in italiano della terza parola. Di solito fraternité è tradotto come fraternità o fratellanza, ma la fortuna di questi due termini nel linguaggio contemporaneo non è nemmeno lontanamente paragonabile agli altri due.
Il motto che identifica i valori della repubblica francese fu proposto per la prima volta ufficialmente il 5 dicembre 1790. Robespierre in un intervento al club dei giacobini (mai pronunciato, ma pubblicato in seguito in un opuscolo) propose che le guardie nazionali portassero scritto sul petto le parole « Liberté, Égalité, Fraternité » (in questo ordine) e che le stesse parole fossero scritte sugli stendardi con i colori della nazione [1].
Per la storiografia rivoluzionaria la fraternité ha sempre svolto il ruolo di parent pauvre [2] e non appare come parola chiave degli ideali della rivoluzione: non è presente nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 16 agosto 1789 e nemmeno nella Costituzione del 3 settembre 1791. Negli Archives parlementaires della Rivoluzione francese (interrogabili con PhiloLogic4 dell'Università di Stanford) per gli anni disponibili dal 1789 al 1793 la frequenza relativa di fraternité è pari a 0,51 per 10.000 parole contro 9,29 di liberté e 2,11 di égalité.
La consacrazione definitiva di fraternité come terza parola del motto avviene solo con la Costituzione del 4 novembre 1848 ma poi cade nuovamente nell’oblio fino alla Costituzione della V Repubblica, 4 ottobre 1958, in cui il motto ricompare al completo nell’articolo 2 come divisa della Repubblica francese [3].
La fratellanza è un concetto che fa molta fatica a trovare una collocazione giuridica e politica. La parola più affine è solidarité, un concetto più generalizzato (solidarité des travaillerurs, solidarité nationelle) che si associa anche al concetto di giustizia distributiva. Inoltre è da segnalare il recente dibattito che si è aperto in merito alla riforma costituzionale proposta da Emanuel Macron. Tra le raccomandazioni indicate dal “Haut conseil à l'Egalité entre les femmes et les hommes” in vista di un riconoscimento più efficace dell’uguaglianza di genere vi è anche quella di sostituire fraternité con solidarité o adelphité, una parola quasi sconosciuta agli stessi francesi [4].
Anche in italiano il termine più affine a fraternité è sicuramente solidarietà. Sulla parola liberté sebbene ricca di sfumature semantiche, non c’è molto da dire per quanto riguarda la traduzione. Invece égalité ha due sinonimi in italiano, uguaglianza ed eguaglianza, al quale è necessario aggiungere il termine equità che, come vedremo, è utilizzato con lo stesso significato generale.
Uno sguardo sulle occorrenze permette di farsi un'idea più precisa del peso di queste forme lessicali nel linguaggio dei nostri leader. Nella forma libertà non sono conteggiate le occorrenze riferite a Polo delle (per le) libertà e alla denominazione Giustizia e libertà.
Tab. 1 - Forme selezionate dal Corpus LP4 che fanno riferimento al campo semantico libertà - eguaglianza - fraternità.
0,18
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La netta prevalenza di libertà era nelle attese.
I riferimenti all'eguaglianza sono davvero pochi: complessivamente per tutte le forme del campo semantico si tratta di 387 occorrenze pari a una frequenza relativa di 0,69 per 10.000 parole. Il concetto di eguaglianza sembra che nella sua formulazione politica provochi qualche forma di imbarazzo.
Solidarietà ha avuto maggior fortuna, con una frequenza relativa, complessivamente, di 2,43 per 10.000 parole.
Libertà nel corpus LP4 è tra i dieci nomi astratti più frequenti insieme a problema (7.413), maggioranza (6.291), responsabilità (4.148), crisi (3916), paesi (3.359), democrazia (3.257), realtà (3.190), possibilità (2.662), necessità (2.222). Secondo Gianrico Carofiglio “libertà è parola difficile da maneggiare e - in parallelo con un'altra parola importante, ambigua e pericolosissima: popolo - più di altre soggetta agli abusi dei ladri di parole”[5]. Per questo è sempre bene - per essere precisi - definire la libertà attraverso una cornice di leggi che ne garantiscono l'esercizio. L'uomo libero è sempre al servizio della legge.
Una analisi del contenuto [6] delle concordanze di ciascuna forma permetterà di avere un quadro più completo della loro utilizzazione nel contesto del discorsi.
Le concordanze della della forma libertà permette di identificare due gruppi di significato:
1 - La libertà intesa come valore universale, come qualificazione della democrazia, garanzia di giustizia, progresso e pace (65,5% delle concordanze). Sono soprattutto Giuseppe Saragat e Aldo Moro a far uso di questo concetto di libertà.
2 - La libertà qualificata da riferimenti concreti (34,5% delle concordanze) come la libertà religiosa, la libertà garantita dalla legge, la libertà della donna, la libertà di stampa, la libertà di coscienza e la libertà sindacale. Marco Pannella, Emma Bonino e Bettino Craxi si distinguono per questo utilizzo più mirato e concreto della libertà.
Una sovra-utilizzazione della parola libertà è presente nei discorsi di Silvio Berlusconi, ma in un contesto poco caratterizzato se non come richiamo di principio, come valore assoluto e privo di contesto che rientra un po' a fatica nel primo gruppo. Anche nei discorsi di Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti libertà è sovra-utilizzata, rientrando in entrambe le sfere con forti connotazioni legate alla libertà riconquistata e al ristabilirsi delle libertà politiche, democratiche e costituzionali.
Le concordanze di eguaglianza, per tutto il campo semantico compresa la forma equità, sono state classificate in tre gruppi:
1 - L'eguaglianza formale intesa come eguaglianza dei diritti, politica e giuridica (40,6% delle concordanze). Questa è l'eguaglianza che si esprime nei discorsi di Palmiro Togliatti, associata spesso alla libertà. Nei discorsi di Giorgio Almirante i riferimenti all'eguaglianza giuridica è riferita prevalentemente ai rapporti tra i cittadini di lingua italiana e di lingua tedesca in Alto Adige.
2 - L'eguaglianza intesa come riduzione e superamento delle diseguaglianze e degli squilibri (17,5% delle concordanze). Con questo significato si presenta soprattutto nei discorsi di Bettino Craxi.
3 - L'eguaglianza intesa come equità distributiva, giustizia sociale, tutela dei più deboli e coesione nazionale (41.9). Con questo significato equità è il termine più utilizzato da Romano Prodi e Massimo D'Alema.
Oltre a Craxi e Togliatti, solo Fausto Bertinotti nei suoi discorsi sovra-utilizza forme che rimandano complessivamente all'eguaglianza. La parola equità è sovra-utilizzata solo da Prodi e D'Alema.
La classificazione delle concordanze di solidarietà individua quattro gruppi distinti:
1 - La solidarietà intesa come espressione formale di partecipazione e vicinanza al collega, alla famiglia, alle vittime in occasione di eventi drammatici oppure di decisioni rilevanti sul piano umano o politico (31,5% delle concordanze). Con questo significato appare di frequente nei discorsi di Giorgio Almirante e Pier Ferdinando Casini.
2 - La solidarietà democratica e nazionale si esprime nella formazione delle maggioranze politiche, per favorire lo sviluppo e la collaborazione internazionale (35,5%). In questa accezione la solidarietà è utilizzata prevalentemente da Giuseppe Saragat e Francesco Cossiga.
3 - La solidarietà sul piano europeo e occidentale è associata al rispetto dell'alleanza atlantica, degli obblighi difensivi e militari, nella prospettiva dell'integrazione europea (17,1%). Questa solidarietà che guarda alla politica estera degli anni Sessanta e Settanta è presente prevalentemente nei discorsi di Aldo Moro e Amintore Fanfani.
4 - La solidarietà come valore, associato all'inclusione sociale, alla responsabilità, al sentimento di comune appartenenza e alla vicinanza con la lotta dei popoli liberi (15,9 %). Questo, che propriamente rappresenta il concetto di solidarietà più vicino alla "fraternité" del motto rivoluzionario, è il significato meno frequente e non caratterizza in modo deciso nessun leader in particolare. Possiamo solo segnalare una tendenza significativa in Amintore Fanfani, Enrico Berlinguer e Alcide De Gasperi.
La forma solidarietà, complessivamente, è sovra-utilizzata soprattutto da Moro, Saragat, Casini, Cossiga e De Gasperi.
Nel seguente prospetto proviamo a rappresentare una sintesi dell'analisi del contenuto appena illustrata. Con il segno + sono indicati i leader che sovra-utilizzano in modo significativo i termini indicati nelle concordanze con probabilità < 0,001.
Tab. 2 - Classificazione delle concordanze di Libertà, Eguaglianza e Solidarietà.
Giuseppe Saragat
Aldo Moro Silvio Berlusconi + | ||
Marco Pannella
Emma Bonino Bettino Craxi Alcide De Gasperi + Palmiro Togliatti + | ||
Forme più significative nel gruppo
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1. Eguaglianza giuridica e politica - 40,6%
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2. Diseguaglianza e disparità - 17,5%
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3. Equità distributiva - 41,9%
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Forme più significative nel gruppo
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1. Solidarietà come espressione formale - 31,5%
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2. Solidarietà nazionale e internazionale - 35,5%
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3. Solidarietà atlantica ed europea - 17,1%
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europea, occidentale, atlantica, alleanza, occidente, obblighi, integrazione
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4. Solidarietà come valore - 15,9%
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Amintore Fanfani
Enrico Berlinguer
Alcide De Gasperi + |
Nella cornice dei discorsi parlamentari dei leader selezionati per il corpus LP4 non si delinea un chiaro criterio di distinzione tra destra e sinistra collegato all'uso di libertà ed eguaglianza come fu suggerito da Norberto Bobbio nel suo famoso saggio del 1994 [7]. Secondo Bobbio nei movimenti di centro-destra vi sarebbe un prevalente apprezzamento dei valori libertari, mentre nei movimenti di centro-sinistra si privilegiano i valori egualitari. Nei discorsi parlamentari esaminati, l'egualitarismo occupa una posizione molto modesta, anche se si delinea una inclinazione più marcata nei leader di centro-sinistra. La scarsa attenzione per l'egualitarismo e per i processi di inclusione sostanziale che dovrebbero guidare le politiche sociali vengono da molto lontano.
Questa mattina, mentre stavo scrivendo la conclusione di questo post, su la Repubblica è apparsa la recensione di Ezio Mauro al bel volume di Aldo Schiavone, Eguaglianza, pubblicato da Einaudi. C'è di che riflettere. Data l'importanza del problema credo che la politica dovrebbe provvedere al più presto prima che i fondamenti della democrazia così come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi siano compromessi per molti anni a venire.
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