venerdì 4 aprile 2025

Il lessico parlamentare di Bettino Craxi

Bettino Craxi (Milano 1934 - Hammamet 2000) è stato uno dei più controversi e influenti politici italiani della Prima Repubblica. Entrato in Parlamento nel 1968, divenne segretario del Partito Socialista Italiano (PSI) nel 1976, rilanciando il partito con una linea riformista e modernizzatrice, distanziandosi dal PCI e opponendosi alla linea del “compromesso storico”. Dopo il sequestro di Aldo Moro e la sua uccisione da parte delle Brigate Rosse, si fece promotore di un'alleanza, non priva di conflitti e difficoltà, con la Democrazia cristiana che lo condusse a presiedere due governi (1983-1987) con una coalizione Dc-Pli-Psdi-Pri: il cosiddetto “pentapartito”.

Come Presidente del Consiglio si concentrò su temi come la stabilizzazione economica, con misure per contenere l’inflazione e il debito pubblico, sul rafforzamento del ruolo internazionale dell’Italia, esemplificato dalla crisi di Sigonella (1985), dove difese la sovranità nazionale contro le pressioni USA, e sulla laicità dello Stato,  con una revisione del Concordato con la Santa Sede (1984), privando la religione cattolica del privilegio di “religione di Stato”.

Il sub-corpus di Bettino Craxi nel corpus LP4 è costituito di 46 interventi dalla V alla XI legislatura per un totale di 168.238 occorrenze e 15.821 parole distinte.

Applicando la procedura statistica di estrazione delle parole specifiche (test della ipergeometrica) si individua il lessico di sovra-utilizzazione, cioè le parole e i costrutti lessicali utilizzati in misura superiore rispetto agli altri leader rappresentati nel corpus nel suo complesso. Nella tabella 1 sono elencate tutte le forme grafiche con almeno 10 occorrenze e probabilità inferiore a 1 su 1000 di essere state scelte come evento casuale. Dall'elenco sono state escluse le parole grammaticali o funzionali (quelle che convenzionalmente vengono anche dette “parole vuote”), i numeri e le date.

Tab. 1 - Vocabolario delle parole specifiche sovra-utilizzate nel corpus di Bettino Craxi.

Nel prospetto qui di seguito ho selezionato alcune delle forme più interessanti - ordinate secondo il rango - tra le prime 50 di ciascuna categoria grammaticale (le forme con categoria ambigua J sono state riclassificate tramite le concordanze).

Nomi
Verbi
Aggettivi
Stato
responsabilità
crisi

paesi
pace
rapporti
negoziato
azione
sistema
Europa
questione
collaborazione
sicurezza
terrorismo
USA
posizione
condizioni
lotta
fatti
impegno
ruolo
interesse
servizi
principi
difficoltà
processo
verità
diritti
giustizia
dialogo
sostegno
equilibrio
iniziative
solidarietà
cooperazione
relazioni
militare
disponibilità
stabilità
autorità
violenza
accordi
decisioni
intese
coerenza
Israele

polemiche
OLP

penso
giungere
assicurare
auguro
favorire
compiere
mantenere
svolgere
riguardano
sviluppare
richiede
spetta
continuerà
contare
muove
confermare
ricercare
disporre
riportare
avanzare
organizzare
mancano
derivare
emergere
osservo
ristabilire
incoraggiare
suscitare
formulare


grande
internazionale
difficile
nuovi
nuove
militare
palestinese
forte
piena
istituzionali
negoziale
americano
utile
necessarie
ecclesiastici
aperta
religiose
europei
sovietica
costruttivo
industriale
palestinesi
nucleari
ulteriori
sindacale
pacifica
vasta
terroristica
strategico
crescente
urgenti
equilibrata
produttiva
leale



Nell'elenco emerge la spiccata propensione di Bettino Craxi per la politica internazionale: paesi, pace, rapporti, negoziato, dialogo, cooperazione, accordi; sono altresì evidenti i punti di riferimento della diplomazia italiana: Europa, USA, Israele, Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). I verbi precisano le modalità operative dell'azione politica (giungere, assicurare, favorire, mantenere, sviluppare) e gli aggettivi ne definiscono le qualità e le condizioni: grande, nuove/i, forte, utile, costruttivo, vasta, equilibrata.

Ecco alcuni enunciati di esempio:

[1] Attribuiamo grande interesse al negoziato sul disarmo convenzionale e intendiamo fornire un apporto costruttivo alle ultime proposte del patto di Varsavia... [IX-515, 1986]. 
[2] La vera questione risiede nella volontà di assicurare eguali diritti di protezione per tutti nel garantire una pace più stabile e meno minacciata [XI-45, 1983].
[3] ... per giungere ad un diverso rapporto tra sistemi offensivi e sistemi difensivi, in grado tuttavia di assicurare il medesimo equilibrio strategico [IX-371, 1985].
[4] Noi cercheremo di lavorare con equilibrio per favorire l'azione di tutti coloro che, in tutti i campi, negli Stati arabi come in Israele come nel movimento palestinese (a sua volta fortemente diviso) intendano muoversi in direzione di soluzioni pacifiche... [IX-373, 1985].

Questi temi si ritrovano con maggiore evidenza nelle espressioni e nei costrutti lessicali, come possiamo osservare in questa tabella (cliccare per accedere all'elenco completo):

Tab. 2 - Espressioni specifiche sovra-utilizzate nel corpus di Bettino Craxi.

                 
forze politiche
Unione sovietica
paesi europei
popolo palestinese
paesi industrializzati
dei diritti dei popoli
negoziato di Ginevra
governo americano
processo negoziale
questione palestinese
regione mediterranea
delle forze nucleari
organizzazione della pace

parte sovietica
vuoto politico
aree del mondo
processo di pace
paesi più poveri
partners europei
problema palestinese
prospettiva di pace
sistemi missilistici
conferenza internazionale
equilibrio strategico
ripresa del negoziato
politica di cooperazione

Tra le espressioni sovra-utilizzate emerge il tema dei rapporti tra Stato italiano e Vaticano che si sono conclusi con la revisione dei Patti Lateranensi siglata il 18 febbraio 1984 da Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli.

                 
confessioni religiose
beni ecclesiastici
libertà religiosa
sostentamento del clero


enti ecclesiastici
insegnamento della religione
insegnamento religioso
autorità ecclesiastiche

Paola Desideri, nella sua acuta analisi del linguaggio politico di Bettino Craxi (Desideri, 1987) individua un suo tratto rilevante nella produzione e configurazione del , un tentativo del leader socialista di  “trasformare la propria persona fisica ed evocativa nel reale oggetto del discorso” (Desideri, 1987: 9). Una vera e propria costruzione del personaggio-Craxi che ha l'obiettivo di prendere il controllo della scena e di padroneggiare lo spazio di rappresentazione della propria immagine pubblica rispetto ai diversi luoghi in cui si manifesta lo spettacolo della politica: il capo di partito nelle manifestazioni congressuali, il candidato nei comizi elettorali, il giornalista politico negli interventi sul quotidiano l'«Avanti!», il rappresentante del popolo e il capo del Governo negli interventi istituzionali. In questa sede si prendono in esame solo i 46 interventi in Parlamento, dei quali 24 come presidente del Consiglio dei ministri e 22 come deputato socialista. Ecco dieci sequenze esemplificative:

[5] I propositi, onorevoli colleghi, sono chiari e non sono camuffati. Lo dico in particolare per chi grida «al lupo!»: chi grida «al lupo!» ha la memoria corta e l' argomento debole. Si è molto polemizzato e poco riflettuto a proposito del cosiddetto pentapartito. I colleghi mi consentano di ricordare che la formula nacque su mia proposta, in qualità di presidente incaricato, nel luglio scorso, e si dissolse in due settimane nel modo che tutti ricordano [VIII-145, 1980].

[6] Quanto è accaduto, è dovuto anche ad una clamorosa strumentalizzazione politica, che tutti hanno visto, e che io commento solo dicendo che il difficile non è cavalcare la tigre, ma riuscire a scendere senza farsi male VIII-219, 1980].

[7] Di fronte ai problemi di riforma e di governo dell'economia, di estensione dei poteri democratici, di estensione della protezione sociale a chi ancora oggi ne è privo, della sicurezza e della giustizia dei cittadini, guardando ai problemi di riforma che investono le stesse istituzioni, valgono assai meno le semplici formule parlamentari con le quali si scade sovente in dispute bizantine; esemplare per tutti, quella che chiameremo la disputa sulla centralità, categoria astratta che lascio volentieri e gratis a chi la vuole.  
 
[8] Per chi è in lotta nelle battaglie del progresso debbono valere in primo luogo la direzione di marcia, il movimento reale delle forze, il raggiungimento e l'attuazione di grandi obiettivi. Abbiamo ascoltato anche in quest'Aula e ascoltiamo quotidianamente dalle parti più disparate tanti consigli; noi non ne abbiamo da dare, se non a noi stessi: tener fede con coerenza ai propositi ideali e politici su cui abbiamo fondato l'impulso di rinnovamento del movimento socialista in una prospettiva strategica di unità del movimento dei lavoratori, spiegarne meglio il significato per chi tarda a comprenderlo, garantire la lealtà e la qualità dell'apporto socialista alla vita delle istituzioni ed alle collaborazioni democratiche... [VIII-219, 1980]. 
 
[9] Già avevano ancor meno convinto molte delle interpretazioni successive all' enunciazione della dottrina dell' alternativa democratica, che avevano, infatti, un significato abbastanza inequivocabile. È ora per tutti assai più chiaro, giacché in politica contano i fatti assai più che le parole [VIII-533, 1982]. 

[10] Detto questo non ho difficoltà a dire... lasciami parlare! stai un po' zitto! ho detto che non sono cose comparabili. Se non ha capito lo ripeto. Non sono cose comparabili. [IX-6, 1983]. 

[11] Tuttavia, quando le posizioni sono molto distanti occorre sempre molta misura, molta prudenza e molto equilibrio nelle valutazioni e nelle espressioni. Il miglioramento dei rapporti si realizza nella reciprocità. La maggioranza ha espresso con chiarezza la sua volontà, e penso che fino a quando sarà tale, cioè una maggioranza politica, non si presenterà a nessun appuntamento e a nessun dialogo con le mani alzate. Onorevole Pazzaglia, lei ha usato — se mi consente — parole dure, ma argomenti molli. In ogni caso, posso assicurarle che nessuna idea o proposta concreta verrà bocciata solo perché scaturita fuori dal nostro recinto [IX-177, 1984].

[12] Resta comunque nostra profonda convinzione che nessun sistema di prevenzione o di repressione del terrorismo potrà assicurarci la vita libera e pacifica alla quale aspiriamo, se esso non sarà combattuto con l'azione politica e diplomatica là dove esso nasce, dalle rivalità, dalle guerre, dalle sofferenze, dalle ingiustizie, dalle atrocità di cui la regione mediterranea è ormai quotidiano scenario. Per questo non mi sembrano e non mi sono sembrati giusti tanti consigli, anche amichevoli, che sono giunti da varie parti, diciamo così a non «impicciarsi troppo», a tirarsi indietro, a stare a guardare. Io penso che il nostro compito sia quello di fare, di fare il possibile per la pace, nel Medio Oriente così come nel mondo [IX-371, 1985].

[13] Io formulo previsioni prudenti. Non dò affatto per scontato un accordo. Considererei deleteria una rottura, questo sì. Penso che l'incontro otterrebbe già un grande risultato se aprisse effettivamente il periodo del dialogo, se creasse una atmosfera diversa, di maggiore fiducia, di maggiore fiducia reciproca, ed iniziasse ad influenzare in modo benefico lo sviluppo delle relazioni internazionali. Tutto questo, anche se i risultati concreti fossero poi, come è probabile, molto limitati. Insomma, io mi auguro che ai tanti «falchi» e «falchetti», che pure sono disseminati negli schieramenti contrapposti, atlantici e sovietici, si trovi il modo di mettere il cappuccio [IX-373, 1985].  
 
[14] Onorevole presidente, non mi chiedo dove siano ora i pacifoidi vestiti a lutto; alcuni certamente ad insultare quel boia assassino del ministro De Michelis! mi chiedo invece se l' Italia stia facendo tutto il suo possibile per concorrere all'azione di soccorso internazionale che vede in prima fila altri paesi occidentali alleati ed amici [X-617, 1991].

Il personaggio-Craxi si presenta come un leader forte [5, 6], coerente [8], prudente [13], impegnato in un'azione politica orientata al “fare” [12] e alla concretezza più che alle dispute ([7, 9]), fedele ai propri ideali [8]; un capo rispettoso delle opinioni diverse [11], che cerca il dialogo anche nelle situazioni più difficili, che rifugge dagli estremismi ma non esita a reagire in un modo energico alle ripetute interruzioni durante il suo discorso [10]. D'altra parte verità, disponibilità, stabilità, coerenza ed efficacia sono tra forme sovra-utilizzate più frequenti.

Questo “linguaggio spettacolare”, come lo definisce Michele Cortellazzo (2016, p. 54), include l'uso di espressioni idiomatiche e proverbiali utilizzate nel linguaggio quotidiano che puntano a coinvolgere lo  “spettatore”, a ridurre la distanza tra il leader e i suoi elettori. 

Tab. 3 - Espressioni idiomatiche più rappresentative nel corpus di Bettino Craxi.

                 
allargare le braccia
alzare il sipario
avere la memoria corta
cavalcare la tigre
fare spallucce
gettare acqua sul fuoco
giocare al rialzo
lavarsene le mani
mettere alla gogna

nascondersi dietro un dito
non muovere  un dito
perdere la testa
pescare nel torbido
saltare a piè pari
uscire dal seminato
tappare la bocca
tirare a campare
tirare un sospiro di sollievo

In questo senso Craxi si presenta come un anticipatore del  “paradigma del rispecchiamento”, un cambiamento di strategia della comunicazione politica nella Seconda Repubblica che predilige l'uso di un linguaggio popolare e punta a conquistare la fiducia dell'elettorato copiandone (come in un “ricalco”)  le modalità espressive (Antonelli, 2017). In un certo senso la linguaggio politico si spoglia della complessità di quel “politichese”  che veniva imputato a leader come Aldo Moro e Ciriaco De Mita e che caratterizzava il “paradigma della superiorità”: un classe politica colta, istruita, orgogliosa dei propri riferimenti culturali e della propria appartenenza a una cerchia ristretta di intellettuali. La semplificazione dei modelli comunicativi, che avviene in concomitanza con la diffusione dei talk show televisivi, porta a una “volgarizzazione” del messaggio politico al fine di occultarne le finalità persuasive. Il modello fu certamente quello di Silvio Berlusconi e della sua “discesa in campo” con Forza Italia; gli ingredienti di base erano il gioco più popolare di sempre,  la partita di calcio, e lo slogan di incitamento alla vittoria della squadra nazionale. Un modello che oggi è ben riconoscibile in quasi tutti i leader della scena politica, in particolare negli interventi informali e nei comizi elettorali di Matteo Salvini (Caminati, 2020) e Giorgia Meloni (molto meno negli interventi ufficiali; Delbarba, 2022).

Nei suoi discorsi parlamentari Bettino Craxi non manifesta una propensione particolarmente spiccata per il tono polemico, anzi è frequente il richiamo al superamento delle polemiche (38 occorrenze) e delle ostilità preconcette.

[15] Respingiamo perciò le interpretazioni polemiche e distorte della nostra posizione in favore di un Governo o di una maggioranza di emergenza, provenienti, in genere, dalle varie destre, ma non solo da loro [X-7, 1976].

[16] Ci aiuterà, io spero, la rigorosa verifica programmatica condotta assieme ai partiti laici, interessati come siamo a superare, se possibile, le polemiche del passato e a stabilire un rapporto nuovo, così come ci aiuterà il terreno comune, per quel tratto importante che ci lega al radicalismo socialista [X-10, 1976].

Fanno eccezione i tre discorsi pronunciati nella XI legislatura con i quali si conclude la sua carriera politica. Bettino Craxi, allora segretario del partito socialista, il 3 luglio 1992 interviene nel dibattito sulla fiducia al primo governo di Giuliano Amato. In questa occasione dedica un ampio passaggio alla moralizzazione della vita pubblica:

[17] C'è un problema di moralizzazione della vita pubblica che deve essere affrontato con serietà e rigore, senza infingimenti, ipocrisie, ingiustizie, processi sommari e «grida» spagnolesche [XI-15, 1992].

Qui, al centro di quella che a tutti gli effetti si presenta come un'invettiva, giunge alla famosa accusa di spergiuro verso chi, avendo responsabilità politiche, intendesse negare il suo coinvolgimento in atti di finanziamento irregolare o illegale dei partiti:

[18] Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Ma non credo che ci sia nessuno in quest'aula che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo, perché presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro [Idem]

Il 15 dicembre dello stesso anno Craxi riceve il primo dei dodici avvisi di garanzia della procura di Milano che porteranno alle sue dimissioni di segretario dell'11 febbraio 1993. Durante il dibattito per l'autorizzazione a procedere nella Camera dei deputati del 29 aprile 1993 Craxi svolge tutto il suo discorso ritornando sul tema della “normalità” del finanziamento illecito come pratica consueta in tutti i partiti e accusando la procura di Milano di violenza nell'uso del potere giudiziario:

[19] Leggiamo oggi una pubblicistica che si muove ad un passo financo dai testi della letteratura terroristica, quando questa si scagliava contro il regime politico mafioso DC-PSI e contro l'«americano» Craxi, che si adopera per accelerare il processo di edificazione del Sim (Stato imperialista delle multinazionali), contro il gangster Craxi che si propone come baricentro dello scenario politico. Contro un demone di questa natura allora tutto era possibile, lecito, tutto era giustificato [XI-174, 1993]. 

[20] Si è così indagato su di me, sulla mia famiglia, sulle mie proprietà; si è trovato il modo di indagare sui miei figli ed anche sui miei parenti! (...) se in tutto questo non è ravvisabile l'ombra di un intento persecutorio, allora diciamo pure che il fumus persecutionis è un qualcosa di indefinibile, di inaccertabile e di inavvistabile, e cioè che è un qualcosa che praticamente non esiste [Idem].

E ancora:

[21] ... non sono il solo ad aver avvertito la presenza di una mano invisibile, irresponsabile, illegale, che, come spesso avviene nelle situazioni confuse e traumatiche, si è mossa e si muove allo scopo di intorbidire le acque e di rendere più agevole l'organizzazione e lo svolgimento di manovre di varia natura [Idem].

Infine Bettino Craxi ritorna sul tema della mano invisibile nell'intervento difensivo della seduta del 4 agosto 1993 in cui si discute dell'autorizzazione a procedere per la maxi-tangente Enimont:

[22] Ritengo che non da oggi agisca nella crisi italiana una mano invisibile che punta ad esasperare tutti i fattori di rottura e per ottenere questo scopo non esita a ricorrere al classico metodo criminale del terrorismo; terrorismo mercenario e professionista, non terrorismo ideologico [XI-231, 1993]. 

In questi tre discorsi, messo da parte il paradigma del rispecchiamento, si rincorrono e si legano tra loro i temi e le espressioni caratteristiche di quella che sarà la fine della Prima Repubblica: 

... corruzione, ... concussione, ... criminalizzazione del sistema politico, ... degenerazioni, ... degrado della vita pubblica, ... delazioni, ... giustizia ad orologeria politica, ... logorrea politica, ... illustri personaggi che si nascondono dietro un velo di ipocrisia, ... immoralità, ... infame baratto, ... logiche perverse, ... millanterie, ... prepotenza, ... sapore della menzogna, ... tradimenti, ... sistema vessatorio, ... una propaganda falsa, spregiudicata e persino nazistoide [XI, 174-231, 1993].

Un elenco incompleto di esemplare chiarezza, senza indulgere in quelle forme colloquiali e semplificate che caratterizzavano il linguaggio di Bettino Craxi all'apice del «craxismo».

Il 27 e 28 marzo 1994 si tengono le elezioni politiche che apriranno la XII legislatura. Forza Italia, il partito fondato da Silvio Berlusconi, con il 21% dei voti si afferma come primo partito italiano. La coalizione di centro-destra denominata Polo delle Libertà al Nord e Polo del Buon Governo al Sud ottiene nel complesso il 42,84% dei voti. Silvio Berlusconi viene incaricato di formare il Governo e si insedia come presidente del Consiglio dei ministri il 10 maggio 1994. Bettino Craxi, cessato il mandato parlamentare, per sfuggire ai mandati di arresto si rifugia in Tunisia, ad Hammamet, in un esilio che durerà fino alla sua morte, il 19 gennaio 2000.

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Riferimenti

Antonelli Giuseppe (2017). Volgare eloquenza. Come le parole hanno paralizzato la politica. Editori Laterza, Bari-Roma.

Caminati A. Angela (2020) Paradigma del rispecchiamento e Matteo Salvini: analisi delle strategie discorsive nei comizi del leader leghista. Corso di studio in Interpretazione,  Laurea magistrale, Università di Bologna.

Cortelazzo Michele A. (2016). Il linguaggio della politica, Accademia della Crusca-la Repubblica, Roma.

Delbarba Lorenzo (2021). Donna, madre, italiana, cristiana. Usi linguistici e strategie comunicative nei discorsi di Giorgia Meloni. Università di Padova, Laurea magistrale, https://hdl.handle.net/20.500.12608/11633.

Desideri Paola (1987). Il potere della parola. Il linguaggio politico di Bettino Craxi. Marsilio, Venezia.

Michele A. Cortelazzo, Il linguaggio della politica, Accademia della Crusca-la Repubblica, Roma, 2016, pp. 51-53.